Cos’è un Mandala?
“Un mandala ben eseguito è un libro che contiene molte informazioni, ma chi vuole leggerne i simboli deve prima padroneggiarne il linguaggio”
Roberto S. de Ropp
Tradotto dal sanscrito, “mandala”, in breve, significa “cerchio”, “disco”. Il mandala è un sistema geometrico chiuso con elementi equidistanti dal punto centrale.
I mandala possono avere varie forme, caratterizzate da diverse sfaccettature che possono essere assimilate a immagini quali ragnatele di pizzo, anelli di accrescimento di un albero, nidi di uccelli e fiori di girasole con semi maturi disposti a spirale in senso antiorario.
Secondo le teorie buddiste e musulmane, il mandala personifica l’universo, la coscienza umana e l’incomprensibile spazio esterno.
Il mandala è un simbolo della ruota della vita, dei processi cosmici dell’esistenza. Il disegno che lo rappresenta sta ad indicare la creazione di un simbolo sacro individuale sotto forma di un cerchio che riflette il nostro io interiore.
Carl Gustav Jung ha scritto che comprendere il significato di un mandala, della sua composizione e della sua ragion d’essere, è come una sorta di rituale che si svolge da solo attraverso l’immagine e nel processo della sua creazione. È in tali momenti che una persona, come se fosse catapultata nello spazio, viene trasferita tra le dimensioni, dove è in grado di comprendere la saggezza degli dèi.
Jung ha identificato il mandala come simbolo archetipico della perfezione umana – ora è usato in psicoterapia come mezzo per raggiungere una comprensione completa del proprio “io”.
Il mandala è sostanzialmente un’immagine archetipica del Sé.
Jung è stato il primo a presentare la teoria del mandala ai ricercatori dei sogni occidentali. Nella sua autobiografia, “Memories, Dreams, Reflections”, egli racconta come nel 1916 disegnò il suo primo mandala, e due anni dopo ne disegnava di nuovi ogni giorno sul suo taccuino. Ha scoperto che ogni disegno rifletteva la sua vita interiore in quel preciso momento e ha iniziato ad utilizzare tali rappresentazioni per registrare la sua “trasformazione psichica”. Alla fine, Jung è giunto a una conclusione sbalorditiva: ha scoperto che mediante la tecnica del mandala è possibile manifestare l’individualità unica di una persona, creando, in tal modo, le condizioni ottimali per superare le proprie paure e guardarsi “dentro”
E, in seguito, ha appurato che il “mandala” stesso è integrità, “individualità”, che prende forma quando tutto è armonioso. Questo è l’archetipo più potente ed è spesso presente nella dimensione onirica (sessioni di sogni neurali qui). Esso è uno spazio sacro che protegge il centro e riecheggia da vicino la protezione del centro della personalità umana (il sé interiore) dall’invasione e dall’esposizione esterna.
Jung ha affermato: “I mandala […] di solito compaiono in situazioni di confusione o impotenza. Pertanto, l’archetipo è una matrice di ordine, che […] è indicata da un cerchio diviso in quattro parti (quaternario). Questa matrice è sovrapposta al caos psichico in modo tale che qualsiasi contenuto trovi il suo posto e la confusione sia tenuta a bada”.
Dopo diverse sperimentazioni, Jung scrive: “Gradualmente ho scoperto che il mandala è, in realtà, ‘la formazione, la trasformazione e la ricreazione della mente in un processo incessante’ e, dunque, riflette l’individualità, l’unità di una persona che, con tutta la sua essenza cerca l’armonia, incapace di tollerare l’autoinganno … “
Caratteristiche del mandala come metodo di arteterapia: mandala come strumento per la psicodiagnostica
Mandaloterapia
Alla fine degli anni ’70 è apparsa la mandaloterapia, utilizzata nella psicoterapia individuale e di gruppo, che consente anche di esplorare la relazione di una persona, sia con la realtà interna che con quella esterna.
I mandala appartengono alla sezione transpersonale dell’arteterapia, e sono usati in psicologia e psicoterapia come metodo molto potente di diagnosi approfondita e integrazione. La parola “transpersonale” deriva dall’inglese “transpersonal”, che si propone di indicare fenomeni che vanno oltre la psiche di un individuo, oltre i confini del nostro “io” consuetudinario.
Mandaloterapia: Diagnostica espressa ed aiuto espresso
Per la diagnostica è necessario l’accesso all’inconscio profondo, che consente di determinare la natura intima del cliente mediante simboli (la cosiddetta situazione esistenziale del cliente). L’aiuto consiste nella rapida integrazione della personalità (quindi, il mandala viene utilizzato in qualsiasi stato di crisi), che può avvenire solo aggirando la consapevolezza.
Tipi di Mandoloterapia
Effettuare un lavoro con un mandala può avere uno svolgimento passivo, contemplativo o attivo; lo stesso processo di creazione di un mandala può avvenire in forme diverse.

Qual’è il significato di Mandaloterapia?
Il lavoro mediante il mandala è un modo per stabilire un dialogo con il proprio inconscio nonché con quella parte che K. Jung definiva “inconscio collettivo”. Ed è proprio nell’inconscio collettivo che abbiamo accesso alle risposte a tutte le nostre domande: le immagini, i simboli che compaiono nei mandala sono messaggi del nostro inconscio, una sorta di “codici”. Il disegno è un riflesso dello stato spirituale interiore di una persona.
La conoscenza di sé è una parte essenziale per la creazione di un mandala. Attraverso ogni elemento del mandala, una persona si avvicina alla propria coscienza; i pensieri si schiariscono, in particolare quelli positivi, che si generano in automatico; l’energia e l’equilibrio interno si stabilizzano e c’è anche un effetto benefico generale sull’intero organismo.
Il mandala aiuta l’individuo a percepire un potenziale in se stesso e, di conseguenza, e reputarsi una risorsa. Un potenziale che nella vita quotidiana risulta occultato e che, una volta rivelato, favorisce la scoperta di soluzioni inaspettate e non convenzionali anche e soprattutto in situazioni di vita difficili.
Come funziona il metodo Mandala?
Il metodo Mandala è in grado di produrre diversi effetti:
– L’effetto specchio: Il mandala riflette lo stato della persona che lo ha creato. Esso agisce come una sorta di specchio e il contatto con il disegno finito aiuta a comprendere il significato del riflesso.
– L’effetto prodotto dagli elementi strutturali del mandala: forme geometriche, immagini e colori. (Corso “Colore e immagini nel mandala” qui)
– L’effetto del significato: ad ogni mandala viene associato un significato specifico.
– L’effetto del contatto con i materiali artistici.
Effetti della Mandaloterapia
Alleviamento dello stress emotivo
Rilassamento del tono muscolare
Ripristino dei poteri psichici
Aumento della resistenza allo stress
Impiego di qualsiasi emozione negativa
Auto-realizzazione della personalità
Divulgazione del potenziale creativo
Armonizzazione di qualsiasi relazione
Rivelazione di risorse
Coinvolgimento di tutte le strutture della psiche, sia a livello conscio che inconscio.

Contenuto archetipico del Mandala
È nota la divisione verticale del mondo in tre regioni (il mondo celeste – il mondo terreno – il mondo sotterraneo). Analogamente, psicologia e filosofia esiste un triplice schema verticale di coscienza (inconscio – conscio – superconscio).
Jung ha sostenuto che l’anima (nella sua teoria è un termine analogo al concetto di personalità) è costituita da tre strutture separate ma interagenti: l’ego, l’inconscio personale e l’inconscio collettivo.
Tutto ciò di cui una persona è consapevole è rappresentato dall’ego. Esso costituisce il nucleo centrale del regno della coscienza.
L’inconscio personale è un deposito di materiale represso dalla coscienza, ovvero accumuli di pensieri e sentimenti interconnessi, definiti complessi. L’inconscio personale della psiche racchiude ricordi e conflitti che una volta erano coscienti, ma che successivamente sono stati soffocati o dimenticati. Include anche quelle impressioni sensoriali sprovviste di sufficiente luminosità per essere colte dalla coscienza.
L’inconscio collettivo è costituito da elementi arcaici, primordiali, denominati archetipi (si tratta di idee o ricordi innati che predispongono le persone a percepire, sperimentare e rispondere agli eventi in un certo modo). L’inconscio collettivo è un deposito di tracce di memoria latenti appartenenti all’umanità e persino ai nostri antenati antropoidi. Riflette pensieri e sentimenti comuni a tutti gli esseri umani, che si configurano come risultato del nostro comune passato emotivo.

Sulla base dell’antico mandala Yin-Yang orientale e prendendo in considerazione la teoria del “Carro” di Gustav Jung secondo cui ogni uomo ha un principio femminile, la sua Anima, e ogni donna un principio maschile, il suo Animus, la psicologa Tatyana Vasilets ha proposto di dividere il mondo interiore in due parti uguali: maschile e femminile. La parte maschile è costituita da sette figure archetipiche maschili. La metà femminile della personalità è composta, secondo il principio di simmetria, rispettivamente da sette figure femminili archetipiche.
Per comprendere l’essenza delle sette funzioni archetipiche maschili e femminili, rappresentate come personaggi archetipici, e per esplorare la natura delle connessioni che esistono tra di esse, è necessario tener conto che sono disposte secondo la sequenza della loro maturazione. È in tal modo che è nato il mandala archetipico, una sorta di mappa spirituale che ha due assi coordinati.
I 13 stadi archetipici del Great Circle Mandala di Joan Kellogg
“… Il mandala può anche essere associato a una goccia di sangue prelevata per effettuarne l’analisi, mediante la quale è possibile determinare che tipo di cambiamenti stanno avvenendo nel corpo ed esaminare l’effetto di un trattamento. Quella appena citata non è l’unica analogia con i componenti biologici: il mandala può essere accostato anche ad una cellula vivente dotata di integrità e vitalità: l’armonia e la bellezza sono tratti tipici dei mandala “sani”, così come appartengono proprio agli organismi viventi sani.
La percezione del mandala è un processo che implica l’instaurazione di una sorta di dialogo e interazione. Il modo di conoscere non verbale, irrazionale, intuitivo può essere altrettanto valido quanto quello razionale e analitico”.
Joan Kellogg
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Il significato sacro del cerchio è fondamentale non solo in tutte le culture, ma anche in natura. Ciò da cui nasce la vita stessa (ad esempio un uovo o un seme) ha una forma arrotondata. Il nostro pianeta ha una forma sferica e anche gli atomi nelle cellule si muovono nelle loro orbite circolari. Si sostiene che una persona porta dentro di sé la memoria genetica della percezione di un cerchio, risalente all’esperienza del tondo grembo materno.
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